Yoga e Alimentazione Detox
La Primavera è per eccellenza la stagione del rinnovamento e della rinascita, sia dell'uomo che della natura: per questo è anche il momento migliore per ricaricarsi di nuove energie ed effettuare una depurazione profonda.
Secondo la medicina tradizionale cinese, la Primavera è associata al fegato ed alla vescica biliare, la cui salute è collegata a sua volta a quella della muscolatura e delle articolazioni.
Possiamo immaginare il fegato, che è la ghiandola più grande del nostro organismo, come centralina energetica all'interno di cui avvengono importantissime reazione metaboliche di sintesi energetica e proteica; il fegato è anche un “filtro” incaricato di elaborare e smaltire le sostanze tossiche esterne ed interne, prime tra tutte quelle di derivazione intestinale.
In Primavera, guardacaso, troviamo frutta e verdura dal forte potere depurativo per il fegato: ortica, carciofi, tarassaco, rape, cicoria (le verdure amare hanno un forte potere depurativo), fragole, ravanelli, asparagi, agretti, rucola, finocchi.
Gli estratti ed i centrifugati sono un aiuto fondamentale durante il detox perchè consentono di bere e quindi introdurre abbondanti quantità di liquidi, necessari per una depurazione efficace (almeno 1,5-2L/die di liquidi al giorno sono consigliati). Essi inoltre consentono di concentrare enormi quantità di sostanze nutritive e depurative senza sovraccaricare l'intestino della fibra, associate ad acqua organica. Quindi permettono un'efficace pulizia profonda. Estratti e centrifugati dal colore "verde" sono quelli dotati di maggiore potere depurativo. E ricordiamoci che il verde è il colore della primavera ed anche quello associato al fegato, secondo la Medicina Tradizionale Cinese.
Ma...HAI MAI SENTITO PARLARE DEL GLUTATIONE?
Si tratta di una sostanza composta da tre aminoacidi (gamma-glutammil-cisteinilglicina), prodotta dal nostro organismo con funzione antiossidante: protegge ad esempio il globulo rosso dallo stress ossidativo che potrebbe causare la rottura della sua delicata membrana ed in genere tutte le cellule dai radicali liberi, fungendo da vero e proprio tampone.
Nel fegato la sua azione è fondamentale per sostenere i processi di depurazione e metabolizzazione di farmaci, metalli pesanti, tossine ambientali, carcinogeni. La sua azione è collegata a quella di enzimi epatici, chiamati appunto "glutatione-perossidasi" che utilizzano il glutatione nella loro attività antiossidante. Le glutatione-perossidasi necessitano inoltre di Selenio per poter funzionare.
Va da se che situazioni di forte stress ossidativo (ad esempio fumo di sigaretta, vivere in ambienti fortemente inquinati, eccessiva esposizione solare, stress psico-fisico, patologie infiammatorie croniche come diabete mellito, tumori, malattie autoimmuni), alimentazione incongrua (povera di alimenti antiossidanti ed eccesso di cibi industriali, carenza di selenio nella dieta), alcol, abuso di farmaci a tossicità epatica, possono mettere a dura prova le nostre riserve di glutatione e la funzionalità delle glutatione-perossidasi.
Premesso che il glutatione introdotto per via alimentare ha una bassa bio-disponibilità poichè, essendo un peptide, subisce l'attacco delle peptidasi intestinali, è bene comunque sapere quali sono gli alimenti più ricchi di glutatione che, soprattutto se consumati crudi o appena scottati, possono almeno in parte sostenere le glutatione-perossidasi. Infatti la cottura prolungata distrugge il glutatione.
ECCO I 7 TOP ALIMENTI VEGETALI RICCHI DI GLUTATIONE:
1) spinaci
2) carote
3) avocado
4) arance
5) cocomero
6) patate
7) fragole
E' importante non dimenticare di consumare anche alimenti ricchi di selenio (il cui valore LARN per adulti è di 55 mcg/die): sarde, aringhe e prodotti della pesca, tuorlo d'uovo e fegato gli alimenti animali che ne contengono in maggiore quantità (30-100 mcg/100 g); senape, soia, fagioli, leticchie, gli alimenti vegetali dove si possono reperire discrete quantità di selenio (10-19 mcg/100 g); la quantità di selenio reperibile nei vegetali è comunque molto variabile, poichè dipende dal contenuto di selenio del terreno di coltivazione.
(Articolo scritto dalla Dott.ssa Gabriella Fugazzotto)