La relazione mamma-bebè e lo yoga post-parto

Lo yoga post-parto è una pratica molto importante non solo per la mamma ma anche per il bambino

Il periodo successivo al parto è un momento molto delicato per la donna, che si rende conto a tutti gli effetti di essere diventata mamma.

Convenzionalmente il puerperio è considerato un periodo che dura sei settimane dal parto: il tempo necessario all’apparato riproduttivo per ritornare alle condizioni anatomiche-funzionali del periodo precedente alla gravidanza. Ma i cambiamenti fisici, le forti emozioni, l’adattamento richiesto dalla nuova realtà e dalle nuove responsabilità si protraggono per un periodo molto più esteso: fino a nove mesi dal parto.

Si parla infatti di esogestazione-strettamente collegata all’endogestazione, che corrisponde ai nove mesi di gravidanza.

I trimestri con le varie fasi di adattamento, apertura e separazione si ripetono con ritmicità nella gravidanza e nel post-parto arricchendo la donna di felicità e senso di potere ma anche di stanchezza, rifiuto e preoccupazione; di gratificazione, pienezza e fusione ma anche di bisogno di ritrovare uno spazio per se stessa. Tutte emozioni ambivalenti che ogni donna-mamma vive con più o meno difficoltà, a seconda anche del supporto che si ritrova ad avere attorno a sè.

Ecco che lo yoga post-parto (consigliato dal 40° giorno dopo il parto) vuole essere proprio un momento speciale dedicato alla mamma, alla condivisione tra mamme, al bambino e alla relazione mamma-bambino: uno spazio di confronto, movimento, gioco e rilassamento che favorisce il benessere fisico e psichico di entrambi.

Spesso dopo il parto si tende a dimenticarsi della mamma, che perde “lo stato interessante” e tutta l’attenzione si sposta sul bambino.

Durante gli incontri di yoga post-parto ci sono momenti di yoga terapy dedicati proprio alla mamma per alleviare i più comuni dolori di questo periodo come mal di schiena, dolori alle spalle e ai polsi per il fatto di tenere a lungo i bimbi in braccio; esercizi per rinforzare il perineo, allungamenti di tutto il corpo per trovare più spazio e respiro dentro di sè; sequenze energetiche per aiutare la mamma a ritrovarsi e a ricaricarsi; rilassamenti guidati a occhi chiusi per spostare l’attenzione dentro di sè e recuperare energia.

Con lo yoga post-parto si vuole sostenere ogni singola mamma aiutandola anche a crearsi una rete di donne che si trovano nella sua situazione e che quindi la possono comprendere.

Diventa un luogo dove incontrarsi e condividere problemi e situazioni; un luogo dove trovare complicità e ascolto in un ambiente sereno e non giudicante all’interno del quale la mamma si può sentire libera di allattare, nutrire, cambiare o far addormentare il proprio bambino, seguendo quindi i suoi bisogni.

Lo yoga post-parto si rivela anche uno spazio dove promuovere la relazione mamma-bambino, che costituisce una base importante per lo sviluppo futuro dell’individuo.

Attraverso massaggi e momenti di contatto, giochi sensoriali, canti di mantra e canzoncine, giochi in movimento e racconti di piccole fiabe la mamma e il proprio bimbo restano vicini e interagiscono comprendendosi meglio a vicenda.

Con il tocco e la parola la mamma trova la chiave magica per aprire il cuore del suo bambino. Aumenta così anche la sua sensibilità e disponibilità emotiva verso il bimbo, comprende l’importanza di rispettare i suoi tempi, osservare i suoi segnali e identificare i suoi bisogni, diventando quindi più empatica e favorendo lo sviluppo della personalità e dell’intelligenza del bambino.

È fondamentale che la capacità comunicativa presente nel bimbo sin dalla nascita ed espressa attraverso gesti, posture, espressioni facciali, vocalizzazioni e sguardi incontri la sensibilità del genitore, cioè la sua capacità di identificare i segnali del bambino.

Ecco che con lo yoga post-parto si può incentivare, stimolare e migliorare questa comunicazione inter-relazionale che promuove vicinanza, cura e protezione.

Tutto ciò che nutre questo bisogno di contatto e di conoscenza tra madre e bambino promuove il legame di attaccamento. Fin dai primi istanti di vita il bambino mostra di preferire la voce materna e questa preferenza arriva dai tempi dell’attesa, quando la voce della mamma l’ha cullato, gli ha tenuto compagnia, lo ha accarezzato, lo ha fatto sentire amato.

“I piccoli hanno bisogno di latte, sì. Ma più ancora di essere amati e di ricevere carezze. […] Essere portati, cullati, carezzati, essere tenuti, massaggiati, sono tutti nutrimenti per i bambini piccoli, indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più.” ( Leboyer)

Articolo scritto nel contenuto da Silvia Ruzzarin, insegnante di Neshama Yoga, e insegnante in formazione in Yoga post parto e 1-3 anni in collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta Giusy Bozza. Copywriting Federica Chinaglia.