Formazione insegnanti Yoga 1-3 anni

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Le fasi di sviluppo del bambino nella fascia 0-3 

Dai primi istanti di vita nel grembo materno fino a circa i 5 mesi di vita il bambino vive in completa unione con la madre in una condizione indifferenziata di non separazione. Non c’è consapevolezza dei confini corporei, né della differenza tra dimensione esteriore e interiore, il suo corpo e quello della madre non sono per lui distinti. 

Per dirlo con le parole dello psicologo tedesco Erich Neumann:

“Il bambino è come adagiato in un recipiente che lo contiene ed in cui la madre è il suo mondo, il suo corpo, se stesso. L’esistenza è assopita come nell’utero e lui è saziato, riscaldato, protetto, racchiuso, al riparo.”

Poiché il rapporto della Diade (mamma bambino) contiene in sé il corpo, la struttura del soggetto, l’inconscio, l’altro e l’ambiente, è fondamentale che questo tempo sia vissuto positivamente nella presenza della relazione. Questo tempo è dedicato ad incoraggiare la connessione tra la mamma e il suo piccolo, permettendo al bambino di acquisire, su questa base, un sempre più forte senso di sicurezza di sé e delle relazioni con l’altro, come suggerisce la teoria dell’attaccamento di Bowlby. Questo rapporto influenzerà il rapporto futuro del bambino con il proprio corpo, con se stesso, con l’inconscio, con gli altri e con il mondo che lo circonda.

Indicativamente tra il quinto e il nono mese di vita a livello neurologico si fissa la prima presa di autocoscienza (insieme al riflesso di grasping – afferramento con trattenimento). In questa fase evolutiva nel bambino emerge il senso di essere un Io corporeo distinto e separato dall’ambiente. Da questo essere tutto in modo indifferenziato emerge la prima presa di autocoscienza: esisto come un io separato e distinto da qualcos’altro. 

Tra il primo e il terzo anno si sviluppa nel bambino la capacità di differenziare le sue emozioni da quelle degli altri: si sviluppa un Io emotivo, la capacità di riconoscere, definire e collocare le emozioni proprie e altrui e qui si struttura la base dell’empatia e della capacità di simulare l’altro.

Questo sviluppo emotivo comporta non più una differenziazione tra l’organismo e l’ambiente esterno, ma accade all’interno del bambino stesso, nel suo mondo interiore.

Con lo sviluppo del linguaggio emerge nel bambino un piano mentale propriamente detto, cioè la capacità di articolare la discorsività della mente e tutte le altre attività cognitive correlate. La mente comincerà ad elaborare i contenuti e a disporli in diversi contesti, formulerà ipotesi, intuizioni e sempre maggiore curiosità nella scoperta e nell’esplorazione. 

È importante che il bambino in queste fasi di sviluppo possa scoprire e coltivare quegli strumenti che sono già presenti dentro di lui e che lo aiuteranno ad autoregolarsi e ad ascoltare ciò che gli accade. Lo Yoga nella prima infanzia può aiutare con idee, giochi, canzoni, movimenti, storie che aiutano il bambino a conoscersi e a scoprirsi sempre di più!

Perché lo Yoga in questa fase della vita?

Lo Yoga è una pratica che ci permette di aprirci all’ascolto interiore, una pratica che si radica nel corpo attraverso il respiro e la presenza. Lo Yoga rappresenta una vera e propria educazione al movimento consapevole e non solo, ci permette di scoprire e nutrire la nostra unicità. 

Già nell’esperienza dello Yoga in Gravidanza e poi dello Yoga Post Parto nei primi mesi di vita del bambino possiamo osservare come questa pratica ci permetta di coltivare un ascolto e una centratura interiori molto profondi e come costruisca allo stesso tempo solide basi di relazione, di contatto e di gioco, attraverso la voce, il massaggio, la musica, i movimento, il respiro e così via. 

Ma lo Yoga nella prima infanzia ha un valore aggiunto perché ci permette di osservare la risposta del bambino nella costruzione del suo mondo interiore, un vero e proprio viaggio nella meraviglia dell’infanzia. 

Lo Yoga offre al bambino uno spazio dove sperimentarsi e affinare i gesti e le intenzioni. Quello dello Yoga è un tempo dove il bambino può vivere il movimento e il respiro in modo consapevole, un tempo per conoscere liberamente le emozioni, un tempo sicuro dove potersi esprimere e scoprire le proprie capacità in autonomia. 

Lo Yoga invita il bambino a coltivare una vera e propria abitudine alla consapevolezza attraverso l’integrazione sensomotoria dell’ambiente, la relazione tra i bambini e le insegnanti, il gioco, il movimento, il respiro, l’attenzione, l’immaginazione, la sensorialità, la musica, il ritmo, la rappresentazione e così via. 

Un aspetto importante che ritroviamo nello Yoga dedicato a questa fascia d’età è l’assenza di competitività e di prestazione. Ogni bambino è considerato essere un universo spettacolare e ricco di possibilità, per questo motivo le attività, i giochi e le storie mirano a scoprire l’unicità di ognuno di loro. Questo permette ai bambini di sentire e sapere che ognuno di noi è un fiore unico e prezioso e che i nostri talenti vanno coltivati come i tesori più preziosi.

Lo Yoga nella prima infanzia si può considerare non solo come un’educazione motoria e cognitiva ma come un’attività che costruisce in modo tangibile la coscienza del bambino. 

 

Quattro sono gli elementi fondamentali che si ritrovano in una classe di Yoga Bimbi 1-3 anni:

  • Rituale: Dal semplice riporre le scarpine prima di cominciare, alla storia narrata che tesse la trama del percorso creare un rituale è un’abitudine che infonde in loro sicurezza, prevedibilità e senso di appartenenza.

  • Gioco: Movimenti liberi e organizzati, Balli, Canzoni, Immedesimazioni, Teatralità e tanto altro. Il gioco è lo strumento principale con il quale i bambini elaborano ciò che accade intorno a loro

  • Respiro: Cominciare a osservare come funziona questo nostro respiro attraverso i profumi, i suoni e tanti materiali colorati.

  • Rilassamento: Questa parte della lezione piace tantissimo ai bambini, possono finalmente avere tempo per fermarsi, distendersi come le stelle marine sul fondo del mare e rilassarsi ascoltando i suoni della natura. 

Nello Yoga con i bambini (nella fascia 1-3) la pratica è caratterizzata da un graduale passaggio dal movimento libero al movimento consapevole e dall’alternarsi di momenti di tranquillità e ascolto a momenti di ritmo, vitalità e movimento libero. L’apprendimento è favorito dalla modalità del gioco e della narrazione. Il bambino è accompagnato dalla sua mamma (anche i papà, gli zii e i nonni sono i benvenuti!) e all’avvicinarsi dei tre anni è possibile sperimentare dei gruppi in autonomia, sempre con due o più figure che possano gestire l’attività e il gruppo. 

“In senso generale, i bambini che praticano lo Yoga sviluppano più correttamente la propriocezione, dimostrandosi più abili nel gestire i movimenti programmatici e le azioni finalizzate, amplificando il senso di stabilità, confortevolezza spaziale e la piena padronanza di sé, della gestualità e dell’espressività globale”

(Kirkwood, Rampes, Tuffrey et al., 2005; Galantino, McCall, 2007; Galbavy, Quinn, 2008).

Questo accade perché i bambini che praticano lo Yoga già dalla primissima infanzia hanno una relazione più presente e diretta con il corpo, fondata su una consapevolezza che si radica nell’esperienza del gioco, del movimento e del respiro. In ultimo ma non meno importante l’osservazione attenta e non giudicante di quel che si fa mentre lo si fa, induce i bimbi a coltivare la concentrazione, la cura e l’ascolto di sé. 

In questo tempo dove non c'è mai tempo, fermatevi. Rallentate. Osservate la dedizione, l'attenzione e la curiosità con cui i bambini guardano il mondo e vivete con loro, scendete di nuovo verso la Terra, parlate loro negli occhi, provate a mettervi a testa in giù, giocate per giocare, divertitevi con il cuore.

Martina Moretti 

Filosofa, Indologa, Insegnante di Hatha Yoga, Yoga in Gravidanza, Post Partum e Yoga per l’Infanzia.

Bibliorafia 

Wilber, K. - Engler, J. - Brown, D.P. (1989) – Le trasformazioni della coscienza – Roma: Astrolabio Ubaldini

Didi A'nanda Paramita - Lo yoga dei bambini. Educare a crescere nella conoscenza di sé – La Meridiana 2016