Racconto di una lezione di Yoga Post-parto

Qualche giorno fa, durante una lezione di Yoga Post-parto, guardavo  le mamme e i loro bambini muoversi nello spazio, cercando un’armonia, una coesione; a volte trovandola, a volte perdendola per poi magari ritrovarla nuovamente.

Guardavo scorrere dolcezza e fermezza, indecisioni e certezze, curiosità e indifferenza, in un potente flusso, apparentemente indefinito.
Mi sono quindi chiesta: “tra questi corpi che si muovono e interagiscono, creando e scambiando energia, qual’è lo spazio che lo Yoga Post-parto offre alle mamme e ai loro bambini?” 

Ho concentrato un po’ di più lo sguardo e invece di guardare soltanto, ho provato a vedere.

All’inizio ho visto soltanto uno  spazio fisico, dove le mamme interagiscono con i loro bambini; piccolissimi cuccioli di circa 40 giorni o più grandicelli di 5-6 mesi, già autonomi nel tenersi seduti o a gattonare.

Poi ho visto uno spazio dell’imprevedibile, da cui la mamma può attingere, condividere e donare. Uno spazio dove far percepire alle altre mamme del cerchio come si sente, cosa sta vivendo, lasciar fluire la stanchezza, trovare supporto nel gruppo e sentirsi unita con le altre mamme che stanno vivendo un’esperienza di vita simile alla sua.

Ho visto anche spazio di condivisione, dove si risveglia un potente senso di comunità, di tribù, di sorellanza. Uno spazio in cui stare assieme: un nido fisico, caldo reale e atemporale, in una società che corre e in cui le mamme nel post parto sono spesso lasciate troppo sole.

Uno spazio per imparare e re-imparare: a chiudere gli occhi, ad ascoltare il proprio respiro, a rilassare il corpo, sciogliere le tensioni, rimettersi al centro di se stesse. Spesso nel post-parto accade di perderci. È così tanta l’attenzione per il bambino che ci dimentichiamo di avere un corpo, un corpo che ci parla, di avere un respiro che è connesso con le sensazioni e le emozioni che proviamo. Ci dimentichiamo persino di noi stesse, e in questo spazio impariamo a ritrovarci.

Ma ho visto anche uno spazio di conquista.
Per le mamme che condividono l’esperienza dello Yoga Post-parto, tornare ad avere coscienza del proprio respiro è già una grande conquista. Ma più grande conquista è imparare ad essere connesse con noi stesse e nel contempo  presenti ai nostri bambini.

Ecco, in questo spazio, in questa semplice comunità impariamo che possiamo dare solo ciò che abbiamo, e che se davvero vogliamo avere cura dei nostri bambini, questa cura  la dobbiamo sviluppare anche per noi stesse.

Trovare quel punto di equilibrio sano e fluido dove posso imparare a stare con te, figlio mio, senza separarmi da me stessa; quello spazio dentro di me dove riuscire ad amarti e amarmi, anzi, ad amarmi per amarti.

Nello Yoga il corpo cambia, si risveglia. Il respiro si apre, il corpo si rilassa e una profonda sensazione di benessere si propaga. Proprio da qui, da questo stato speciale che troviamo in noi stesse, questo stato può essere condiviso con il nostro bambino, che si nutre attraverso di noi, nel reciproco scambio di emozioni .

Il bambino percepisce e assimila le benefiche trasformazioni che accadono nel corpo della mamma, raggiungendo accanto a lei e insieme a lei, un maggiore stato di benessere.

In un flusso che si muove dal suono al silenzio, le lezioni sono ricche di suoni: vocine, a volte pianti. Sono i suoni dei sorrisi dei bambini che gioiscono del gioco delicato, ad esempio quando la mamma nella posizione del gatto si avvicina oscillando e i suoi capelli toccano il viso del bimbo, o di quella meravigliosa vertigine quando le mamme giocano saltellando sulla fitball. 

Ma è proprio la mamma, il suo corpo, la sua presenza a diventare per il bimbo il gioco più meraviglioso ed entusiasmante. Un gioco che nutre sé stesso, nutrendosi esso stesso dell’esperienza di bellezza e di tenerezza della relazione.


Quali e quanti sono quindi gli spazi dello Yoga Post-parto?

Sono molti e uno solo.
Un lungo, lunghissimo momento fatto di attimi di bellezza e tenerezza, di esplosioni di gioia ed attimi di silenzio e di totale pace e calma, un incredibile silenzio che se ascoltato si fa portavoce di guarigione. Guarigione dalle corse, guarigione dal dolore della mente sempre attiva.

Il silenzio ci abbraccia, il silenzio ci offre lo spazio di osservare gli occhi di quei bambini, che conservano ancora dentro quel profondo e intenso e potente stato di meraviglia.


Lara Magliocchetti